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Vision

Da un'idea del DuoKeira piano duo e Valerio Carosi, videomaker

Una bombetta che sussulta a ritmo della musica, accompagnandone, lieve, le movenze immediate e  stravaganti. La sua bombetta: le immagini che conserviamo di Erik Satie ce lo mostrano sempre elegante,  con l'inseparabile cappello.
E con degli occhialetti tondi attraverso cui il mondo assumeva forme astruse e sperimentali.
Proprio come nei "tre morceaux in forma di pera" (che, paradossalmente in realtà sono sette), che compose in divertita e sarcastica risposta alle critiche classicheggianti di Claude Debussy: non c'è forma nella sua musica, aveva sentenziato. Ed ecco appunto la risposta. Il frutto più informe del Creato.
E' dunque la bombetta di Satie che accompagna l'ascoltatore-spettatore attraverso il percorso sinestetico in cui il suono tenta di fondersi con le immagini che ha ispirato.
E' un inseguimento ritmico ai limiti della follia: una sana follia che ammicca al dadaismo e al simbolismo in una cornice surreale votata alla sperimentazione.
In questa sinergia di musica e colori fanno capolino immagini ormai archetipiche: un orologio improbabile che non scandisce se non ore inesistenti, lo spazio interminato solcato dalle ali di un gabbiano che danza, le tessere del domino, gioco antichissimo, simbolo, nell'effetto a cui dà il nome, del trascinamento progressivo e inesorabile che la musica esercita sull'animo umano.
Ma se la musica è suonata a quattro mani da due pianiste e le immagini sono create da un artista fotografo, è solo nell'alchimia misteriosa e concentrica della visione-ascolto di ogni spettatore che la magia puo' prendere forma. Ma in questo alchemico mistero ognuno è, insieme, creatore e ispirazione, opera e fruitore, in una circolarità dell'arte che non ha oggi, non ha ieri.

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